Le favole hanno una morale.

Questa notte non voglio parlare di storie, idee o illusioni che mi sono creata da sette anni a questa parte, in cui le parole piano piano sono diventate il mio strumento di comunicazione con il mondo, nonostante chiunque mi conosca bene sa che di persona sono logorroica e dico troppe cose che dovrei tenere nascoste. Almeno quando scrivo ho la possibilità di cancellare. No, questa notte parlerò del concetto di favola, del concetto di sogno, di quello che ogni ragazza con un minimo di romanticismo si è creata nell'attesa di un grande evento, che poi magari si riduce ad uscire in gruppo con le amiche e -magari chissà forse se in caso- sperare di trovare quella persona. E puntualmente è un buco nell'acqua. Ma non ne possiamo niente, non si può smettere.
Solo ultimamente però mi sono resa conto -e per ultimamente intendo qualche anno fa, ma un anno fa ne ho avuto la conferma- che ci sono sogni che devono rimanere tali, talmente fragili, come una sottile pellicina di budino [cit.] che a contatto con il cucchiaino, la triste realtà, che frantuma in mille pezzettini taglienti quell'idea di perfezione che ti eri fatto per settimane, talvolta mesi. E più l'evento, più il sogno era profondo, più fa male quando si infrange. Da questo, vorrei elogiare un altro momento, molto vicino, quello dell'attimo prima della verità, l'attimo prima che quella pellicina vada in frantumi. In quel preciso istante, senti di avere il mondo nelle tue mani, la coscienza che quell'ectoplasma verde che è il tuo futuro prossimo può concretizzarsi e renderti la persona più felice del mondo, oppure trasformarsi in sabbia, o un liquido non newtoniano, come credete, ma abbastanza liquido da vederlo scivolare tra le dita senza poter fare niente. E la cosa brutta è che avendo messo l'anima in quello stesso sogno che è diventato un incubo, hai messo in discussione tutto il resto. Non puoi tornare indietro, non vuoi andare avanti. Sei inchiodato in un limbo dei condannati.
Al momento di affrontarlo, ci sarà il cosiddetto trauma, oddio, I mean, tragedia, no, era un'altra la parola che Luca ha detto... comunque, una sorta di prova del fuoco. Una sfida di sopravvivenza mentale di alto livello, che tempra o uccide. Io non so ancora se sono stata temprata o uccisa, so che continuo a vivere il mio orrido sogno giorno dopo giorno, nell'attesa di rimettermi faccia a faccia con le mie scelte.
Ho visto molti compagni di corso mollare, e ho provato tanta rabbia verso di loro. Avrei voluto che lottassero come facevo io, con le unghie [che dal nervoso in periodo uni non mi crescono] e con i denti [specialmente i due ricostruiti...], ma a pensarci bene era solo invidia. C'era voluto più coraggio ad ammettere di avere sbagliato a valutare il futuro che fare finta di niente e accettare l'evolversi delle cose. C'è anche da dire che il destino non si comanda, che non ci sarà mai una meritocrazia e che forse non sarebbe neanche giusta, ci vorrebbe solo che una persona fosse valutata per quello che sa fare e per l'impegno che ci mette.

Ecco, guardami, altre illusioni.
Il mio ForecastFox per le previsioni impostato su Cernobbio.
Aggiornamenti continui di Twitter per continuare a dirmi che era oggi che dovevo andare al Caffè Bellini.
Sognare di vedere che il tuo sogno si rende forse conto di essere tale, per te.
Andare fino là per niente e nessuno.
E pensare che tante volte basterebbe così poco.

Ogni piccola vita, luce e stella nella notte, una piccola parte nell'equazione dell'universo, un'infinitesimo nell'immensità dell'universo e così importante da dover celebrare con una finzione religiosa ognuna di esse che si spegne, ognuna necessita di sogni, illusioni che spingano ad andare avanti, sia per dare la forza ad una bambina di diventare ragazza e mettersi quel vestito tanto femminile ed andare a quella festa in piazza [colpa della canzone], sia per dare il coraggio di ammettere i propri errori, o sia per imparare a fare le cose per se stessi, darsi un po' di coraggio e rendersi conto delle proprie reali capacità, fregandosene delle malelingue, ma accettando le critiche, sono giunta a ciò.
Non smetterò di sognare, e non smetterò di tentare di concretizzare i miei sogni, immagini che alimentano le mie notti stellate, perchè sono quelle stelle che mi influenzano, interagendo l'un l'altra, perchè il mondo è piccolo, perchè quelle stelle sono il mondo.

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