20 giorni dopo

Le parole sono sempre state più taglienti dei fatti. L'assenza fa più male di qualunque altra cosa. I giorni hanno perso di significato, di direzione, luce e colore sono spenti. È tutto diventato futile e senza nessun tipo di interesse.
 
Sono completamente ferma.

Non ho idea di quanto tempo possa durare questa cosa, ma mi sta uccidendo dentro molto più di quanto io voglia ammettere o di quanto dimostri. Ho sempre detestato le persone che esplicano al mondo i loro problemi come se li avessero soltanto loro. Però è sempre più dura mentire, e dire che va tutto bene quando continuo a piangere ininterrottamente. Soffro come un cane bastonato, e non me lo merito. Sono stata me stessa, ho cercato di accettare dei difetti che altre avrebbero detestato e ti avrebbero lasciato per quei pessimi, orrendi vizi che hai. Non senti proprio il bisogno di condividere la tua vita con qualcuno? Ti vuoi davvero ritrovare a 45-50 anni a tornare a casa in affitto, da solo, cenando da solo, giocando da solo, uscendo da solo e andando a dormire da solo? È davvero così terribile svegliarsi la mattina con il profumo del caffè e qualcuno che di dice "buongiorno"?

E poi mi ritrovo un altro sabato sera a casa a pensare. Ormai sono passate quasi tre settimane, completamente prosciugata nell'assenza di una via, di una direzione.
Sono al fatidico bivio.
Se scelgo io, faccio finire tutto. Prendo, me ne vado, raggiungo mia sorella a Londra e mi rifaccio una vita nuova. 
Se aspetto, potrei esser costretta a prenderla comunque, quella strada.
Non è una buona posizione. Le brutte cose temprano, dicono, le esperienze ti riempiono la vita, ti rendono più forte. La verità è che se potessimo le eviteremmo, le situazioni spiacevoli. Potessimo riuscire a non fare mai quegli errori di cui uno si pente tutta la vita, se potessimo evitarli accuratamente o cancellarli dal nostro passato, non lo faremmo?

Ho vissuto finora immaginando una vita perfetta, con delle persone perfette, nell'essenza precisa del totale controllo degli eventi, senza mai neanche prendere in considerazione che le mie fantasie si potessero rivoltare contro di me. Avevo un patto con me stessa: nel momento in cui avessi avuto una relazione seria, reale, avrei smesso con queste "immaginazioni". E smisi, ma senza smettere mai.
Quei sogni erano diventati amici, confidenti, amanti. È strano da dire, ma mi ero affezionata. Non mi avrebbero mai abbandonata. Pensai molte volte di renderli protagonisti di un racconto, ma non lo feci mai. Non diedi mai loro un giusto riconoscimento per tutto quello che hanno fatto per me. E neanche in questi giorni oscuri mi abbandonano. Loro sono le mie paranoie e la mia ancora di salvezza, ciò che desidero e ciò che odio, la finzione più reale che possa essere. 
Loro sono così buoni con me. Non sparano sentenze a caso.
Nel mentre, cose strane accadono. Anche loro hanno iniziato ad avere delle loro vite. Delle relazioni, degli amanti, dei figli. Più ci sei dentro, più ti fai male. 
E così neanche i miei sogni stanno rimanendo al mio fianco. Mi stanno abbandonando per la loro realtà, così come io avevo fatto con loro. 
Non mi sembra giusto comunque, anche se so che è un pensiero egoistico.

E così, mi ritrovo in piedi, vestita completamente di nero, col mascara che riempie le mie lacrime, con le gambe che a malapena mi reggono, le mani troppo pesanti per essere alzate, lo stomaco che brucia come l'inferno, la testa piena di parole, pensieri, disgusti, azioni, se, ma, perchè, forse, davvero, e se poi, non dovevi, dovevi, potresti, volontà, colori, canzoni, luci, ombre, ricordi, rimasugli, attacchi, odi e amori. Il cuore non c'è più, quella cavità che è rimasta è riempita con freddo vetro, trasparente, insensibile. Ha una profonda crepa, non si rinsalderà. Il cuore è stato strappato e gettato sotto un treno, come una cosa inutile. Come la cosa inutile che è. 
Ogni giorno, il vetro si espande, guadagna un pezzetto di me. Amo un po' meno, odio un po' di più. La trasformazione è inesorabile, non posso fermarla. Io posso soltanto permettere che mi invada senza opporre resistenza, e il vetro sta attaccando le mie difese. 

Vorrei che sentissi il male che sento io, la solitudine che sento io, l'abbandono che mi hai lasciato addosso. Detesto tutto di te, ora. Ti detesto per il male che mi hai fatto, e non importa che tu l'abbia fatto per non perdermi. Sto arrivando all'odio, e non hai voluto che te lo dicessi. Sto male, e non hai voluto vedermi mentre soffro. Non hai mai avuto bisogno di me. Non mi hai mai amata. Dì la verità, non mi hai mai amata.


Commenti

Post più popolari