Last Light

Stanotte ho di nuovo provato quel senso di totale errore, quel momento in cui ti guardi indietro e pensi che in quel preciso momento, se solo avessi saputo, avresti ancora potuto fare qualcosa per risparmiarti tanto dolore. Quello che non ti uccide non ti fortifica, ti rende meno fiducioso. Meno speranzoso. Più difficile fidarsi ancora delle persone. Ti rende più saggio.
Il punto del mio vivere è essere felice e avere qualcuno di perfetto con cui condividere tutto ciò.

Oggi ho finalmente visto The Hunger Games: Catching Fire, dopo un anno dall'uscita. Ero spaventata, l'idea che un universo alternativo avrebbe proposto a me di combattere per la sopravvivenza. Non so se ci sarei riuscita. Probabilmente sarei rimasta su quel podio di lancio ferma. Immobile. Per poi partire troppo tardi. Essere uccisa da qualcuno mentre chiedo pietà.
Questo è lo scenario migliore.
Chissà se in quel posto avrei avuto qualcuno per cui lottare.
Allora forse ce l'avrei fatta, ma a quale prezzo? Uscirne completamente devastata, per rendermi conto che non c'è più senso nel vivere comune se è tutta una messinscena. Un dannatissimo spettacolo per le masse. Showbiz, direi, appropriato. 
È, parafrasando, quello che ci sta succedendo. Non moriremmo mai per un ideale. Non moriremmo mai per la salvezza della nostra morale. Siamo schiavi dei burattini. Siamo tornati ai tempi dei gladiatori. Spettacolo per le masse.

Poi è partita Atlas. E ho pensato all'unica volta che l'ho sentita, un anno fa.

Chi l'avrebbe detto che quella canzone avrebbe cambiato tutto?
Un anno fa avevo gli occhi coperti. Avevo tutto quello che volevo. Avevo amiche e l'uomo che avevo sognato per troppo tempo. Ma ancora una volta, non mi sono resa conto che per me certi sogni devono rimanere tali anche quando si avverano, Venezia non mi ha insegnato nulla. Avevo raggiunto il mio sogno all'epoca, e si è rivelato un fallimento su quasi tutti i fronti. Sono tornata, mi sono liberata di lei. Ma non ho trovato nulla. Ho trovato bugie e trucchetti da ragazzine. Almeno le persone, da lei, erano vere. Qui sono solo convenzioni sociali dalle quali sono stata assorbita. Mi sono persa in tutto. Mi ritrovavo solo nei momenti in cui mi distaccavo, ai concerti. Avevo di nuovo tutto, come quando ero stata accettata a Venezia. E di nuovo, tutto si è mostrato per il male che è. L'amore era una bugia, le amicizie una necessità. L'università, non parliamone.
E poi quella sera sono stata libera, con le luci negli occhi, accecata, le luci colorate. Ero altrove, ero nel mio mondo, quello che era solo mio perché non avevo nessuno che lo volesse condividere, ma non l'avevo capito. Però capii che volevo rifare tutto, volevo rivivere quella sensazione. Fu quando rividi quella luce con l'uomo che amavo così disperatamente da essermi annullata che mi resi conto che mi stavo trattenendo, mi stavo nascondendo da quella luce e non avrei voluto. Poi un'altra volta, col cuore spezzato. Ancora, senza speranza. 
Poi tutto è cambiato e le cose sono migliorate, lentamente. C'è qualcuno che quella luce non solo la condivide, ma l'ha creata quella sera stessa.

Non sono le cose che avremmo potuto cambiare, ma tutte le coincidenze che ci hanno portato a questo momento. E questo momento è bello. Questo momento è per me, per te e per tutti.

Ed è quasi Natale. Uno dei periodi più difficili per me, da anni. Questa volta non sarò sola davanti a quel fuoco, per la prima volta. Non è la presenza fisica che mi farà sentire bene, non l'ha mai fatto. Ma tu sì.



Colonna sonora:
Coldplay: Atlas
Of Monsters and Men: Silhouettes
Coldplay: Christmas Lights

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