White Darkness - random update

Quella che sarebbe dovuta essere la mia storia più ambiziosa è ancora in fase di elaborazione. Sembrava che si scrivesse da sola, ma alla fine mi sono resa conto che la volontà di renderla non banale, non farla diventare la solita storia d'amore ma voler metterci dentro dei colpi di scena che non fossero scopiazzati da qualche parte, perché Torchwood è sempre dietro l'angolo, ha reso l'elaborazione molto più lunga.
Trovare l'ispirazione è un'altra storia.
Scrivere per me è un modo di sfruttare i miei sentimenti e i miei stati d'animo, e da un po' non sono in grado di farlo. Non riesco a capire come funziona la mia testa, figurarsi cavarne fuori qualcosa di buono.

Dunque mi sono affidata ai sogni.

Ho fatto, nel corso del tempo, dei sogni che hanno aiutato nella soluzione della trama. Non posso ancora parlarne perché spoilers cit. River Song, però sicuramente rendono la storia un po' più particolare. Surreale forse, ma stiamo parlando dell'umanità su un pianeta alieno dove il colore è proibito. Siamo già abilmente nel surreale e lì dobbiamo rimanere per non scadere nel banale.
Perché è questo che mi preoccupa, la banalità. Non pretendo di scrivere un best seller, pretendo di scrivere qualcosa che mi soddisfi come il primo capitolo. Qualcosa che abbia una vaga attinenza alla realtà. Un esopianeta con due soli, non così lontano dalla Terra, ma abbastanza da fare in modo che esista una generazione nata su una navicella spaziale (di sonno criogenico ne abbiamo anche abbastanza vedi Passengers). Qualcosa che riesca a rendere come dev'essere veramente la vita in quella situazione, le piccole cose, le lotte non combattute con le armi ma alle conferenze e in politica, con le parole. 

E poi, la musica. 

Musica come grande fonte di ispirazione.
Amo i Muse, ma ho troppo di me nella loro musica, troppi anni che li ascolto, troppa vita vissuta sulle loro canzoni e ho bisogno di trovare qualcosa che mi porti via con i pensieri. Musica nuova, playlist di altri, colonne sonore, musica senza parole e canzoni con poco strumentale. Testi di altre persone, racconti con note musicali.
Così ho riaperto spotify e ho iniziato a cercare, e sono finita a fare una mia playlist con le canzoni che ascoltavo quando ho iniziato ad ascoltare musica veramente, le mie Forgotten songs. Avevo l'abitudine di registrare i video musicali nei lontani anni 2002-3-4, canzoni di gruppi mai più sentiti, forse canzoni non bellissime ma che mi avevano affascinata. Ai tempi ero più prolifica, istintiva, meno pressioni, meno problemi. Ogni anno del liceo ha avuto qualcosa di indimenticabile, di irripetibile, che belli che sono stati.

Oggi lotto contro me stessa. La mia testa crea degli ostacoli che non sono in grado di superare e la cosa sta iniziando a causarmi dei problemi non indifferenti, non riesco ad andare avanti con la mia vita.
Ripenso a 9 anni fa, quando nella mia vita è entrato il mio micione Ronald, e mi rendo conto che per quanto fossi fragile in quel momento, ho saputo sfruttare le piccole cose belle che mi succedevano per riuscire ad andare avanti, tra pianti pomeridiani quotidiani e una solitudine che mi gelava fino all'osso, ma ce l'ho fatta.

Non sono più quella persona, ci ho rinunciato per delle persone per cui non valeva la pena, perché non vale mai la pena perdere se stessi per qualcun'altro.

Oggi, 28 anni, scrivo per ricordarmi chi ero, guardando alle persone che meglio di me riescono ad affrontare le difficoltà, anche se diverse dalle mie, per prendere ispirazione e ritrovare quella ragazza integra dalla corteccia forte che ero nel 2011, perché solo lei ora mi può aiutare.







[E comunque, in White Darkness, alla fine l'assassino è il maggiordomo.]

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