Cuori neri e picche rosse.

Volevo inserire il video, fallendo miseramente, ma il titolo è il link al filmato. Consiglio vivamente di guardarlo, è molto particolare, se piace il genere, ma anche a chi non piace sarebbe bene guardarlo.
Mi ricordo ancora la prima volta che vidi questo film. È stato come se mi avesse aperto la mente, volendo veramente vedere ciò che sta oltre. Con questo, non intendo assolutamente prendere in considerazione droghe o chissà che altro, solo ragionare sulle infinite convenzioni che abbiamo, che ci siano strette o forse solo ci restringono la libertà, che alle tentazioni noi non sappiamo mica resistere. Le tentazioni possono essere di tutti i tipi, in tutte le forme, e non rivelarsi fino a quando ti travolgono con la loro immensa realtà sconvolgendoti da dentro. Io ho iniziato a cercare il limite che separa finzione e realtà, tentazione e resistenza, anche solo guardando il vasetto della nutella e dicendogli di no. È liberatorio, per quanto non si debba abusarne, ma ti impone un limite. Un limite che ti prefiggi da solo. E mi viene in mente, tanti anni fa, quando avevamo fatto una verifica di italiano, in terza credo, e c'era da fare l'analisi de L'Infinito di Leopardi. Una domanda chiedeva di immaginare credo quello che ci fosse oltre quella siepe. e nel tentativo credo che mi ritrovai in un'altra dimensione, per un attimo. Finzione e realtà. Conoscerle e usarle.
Venezia. Qualunque cosa dica, di sera è tentatrice, qualche volta di più, altre di meno ma sempre cerca di corromperti, e non te lo dice. Una sera, tornando, avrei voluto essere altrove, e ho iniziato a sostituire ciò che vedevo con quello che volevo vedere, con gli occhi al cielo. Non guardiamo mai in alto, sempre per terra, sempre per terra. In alto ci sono cose splendide, dettagli che la mente mai si sarebbe immaginata, per partire da quel dettaglio fino all'immensità dell'inconscio, fino ad un cielo stellato, buio e freddo, che ti annulla ogni problema, ogni disperazione, rendendoti piccolo e ininfluente. Potrebbe farti sembrare inutile, ma in realtà ti spiega che l'unica vera fine è la morte [cit.], e che la tua vita, pur non essendo necessaria ai fini dell'universo, non importa, perchè importa a te e alle persone care. Ci sono tante persone per le quali non mollerei questa vita. Non sarebbe giusto, già di per sè nei confronti di chi tiene duro. Se c'è un fondo, è anche colpa tua.
È strano pensare che la nostra vita sia determinata dagli altri, come le emozioni, giustamente notato dalla Laretta, che invece provengono, hanno origine nelle antre persone. Vivere nella propria testa non ha più senso. Vorrei portare fuori questi pensieri e vedere se si adattano alla realtà, provare per trovare la strada migliore, la via più proficua per la tua mente. Mi spaventa a morte passare per stupida e vuota. Ho il terrore puro. Pazza sì, lo sono, te lo assicuro, ma stupida no, te ne prego. La diversità non è segno di pazzia, nè di stupidità. Chissà se nei libri di storia si parlerà della nostra generazione di pecorelle conformate, in cui alcuni spiccavano dalla folla, nutrendosi di emozioni pure che più non possono sentire per quegli stessi limiti che noi ci siamo imposti. Vorrei sapere se esisterà un'epoca dell'emozione, del sentire vero e proprio, anche solo per farsi invadere dal freddo, accettarlo e renderlo tuo. Una lezione di apertura al mondo, sarebbe fantastico. Estraniarsi dalla folla per sentirsi altrove, per sentire che in realtà sei l'unico a sentire tra quella gente presa dalla foga di andare in tanti posti, spostarsi, treni, bus, vaporetti, calli, campi, strade, auto... fermarsi per un momento e rendersi conto in un istante che ci sei, sarebbe abbastanza, ogni tanto, perchè troppo spesso siamo noi nelle condizioni di spostarci freneticamente, e così di perdiamo quei momenti che vorresti essere indimenticabili e che alla fine scompaiono.
Vorrei anche raccogliere i profumi. L'olfatto è il senso che maggiormente stimola la memoria lasciandoti dentro una malinconia infantile che ti fa piegare in due da quanto fa male. Ho ancora una boccetta di profumo, un campioncino, che mi aveva regalato la mia tata quando avevo circa tre anni, forse. Ce l'ho ancora, conservata come una reliquia, e sentirne il profumo ti porta altrove.

E alla fine, è tutto relativo. Tentazione, ricordi, tempo, profumi, convinzioni, presenze... ciò che è comune, ciò che è normale, ciò che vorresti, i compromessi, le parole, il limite, la frontiera... ma devi vederli, e accettarli, conoscerli per non farti conoscere, e farti uccidere da essi, perchè ogni volta che una di queste relatività vince, tu muori un po' dentro, ma devi fare finta di niente e resistere. Cuori neri e picche rosse.

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