Falling down

Crack.

Piccolo sassolino, increspi il sottile vetro nel contatto con lo stesso, da lontano avvistato, a increspare la perfetta lucidità trasparente. Forse annunciato, forse da contratto, l'istante eterno in cui la tua superficie incise il vetro creò una piccola ragnatela di spaccature, quasi invisibile, in disegno irregolarmente perfetto che solo tu potevi creare, solo in quel modo, in quell'istante, su quella superficie protettiva.
Piccolo disegno di distruzione, il leggero battito rosso di vita ti ha nutrito, come un parassita, inconscio forse della tua natura, e forse lo sapeva fin troppo bene, ti ha nutrito con la sua stessa anima, istante di vita dopo l'altro, pulpito esistenziale di cui ti sei nutrito, lama invisibile che inesorabilmente e lentamente tagliasti quello stesso vetro...invisibile, forse, ma perfettamente alla luce.

Granello di sabbia, anche tu ti scontrasti con lo stesso vetro, creando un disegno simile ma totalmente diverso, unico nel suo genere, ancora invisibile, ma anche tu fosti nutrito da quello stesso pulpito vitale, diventando anche tu una sottile lama di diamante nero, unendoti all'altra, richiamando a te altri granelli, altri sassolini, e quel battito anche loro nutrì, per bontà d'animo, come propri figli, come parte di sè, fiducioso e speranzoso, temendo il peggio continuò il battito, forse ancora più rapido, forse ancora più intenso...
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Spettacolo meraviglioso, dolore impronunciabile, tu decidesti di rompere quel patto, quella promessa, tu fosti l'origine di tutto, creando quei granelli. No, non si pensava all'eternità, ma neanche ad un istante. Le conseguenze sono palpabili. Il colore che ne risulta è un viola schiarito con un bianco della neve, freddo e insensibile, come a voler ricoprire tutto, per curare. Ma la neve culla ciò che copre, protegge dal freddo la terra, ma un giorno essa dovrà farcela da sola.
Erba, dell'acqua su di essa si è fermata e il freddo l'ha congelata. Desideri solo la distruzione. La tua lunga asta di potere è ancora nella tua mano, prive di ogni forza, prive di ogni motivazione, prive di ogni volontà. Un fremito scuote la schiena. Un lampo di dolore, che non è vero odio, scorre nelle vene. L'altra mano afferra l'asta, insieme la alzano e, con un grido disperato, la scagliano sul ghiaccio. Nulla dovrà rimanere intatto. Cadi in ginocchio, le lacrime scendono calde sul tuo volto, liberatorie, creando linee sui tuoi zigomi, nuova prigione in cui sarai relegata. Dietro di te, più solo una macchia rossa segna i tuoi peccati, una scia fino a te. Non devi più preoccuparti, l'asta l'ha distrutto. La macchia rossa è il sangue del tuo cuore, solo tuo. Sei sola, ora. Tutto intorno, bianco. Come a dartene ancora la colpa, come se ti fossi divertita, come se ti avesse fatto piacere. Come se liberartene avesse attenuato tutto. Come se te ne fossi davvero liberata. E forse loro non sanno che quella stessa asta l'ha assorbito, portandolo dentro di te per sempre. Loro non sanno, loro non sanno. Le tue parole nei singhiozzi si perdono nel vento che si alza, loro danzano intorno a te, come se volessero che tu diventassi parte di loro, spiriti senz'anima. Ma tu lotterai ancora, lo spero, all'orizzonte non vedi che altra neve, loro danzano intorno a te. Vorresti arrenderti, ma quella parte ancora viva di te vorrebbe rimanere reale, per vivere ancora, per soffrire ancora... per cosa? per dare ancora una speranza a questo mondo? Lascia che io sia libera... altre parole al vento.
Poi lei fu un fronte a te, uguale, te stessa, totalmente un'altra persona. Ti guardò negli occhi, con ancora una piccola speranza al loro fondo, in cui tu non volevi più credere, facendoti capire che non ne valeva la pena. Il tuo urlo distruttivo risuonò nelle lande candide.
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Il vetro ormai rotto fermò il battito per un istante.
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Che le tue urla portino liberazione.

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